Raccomandazioni alimentari per la SIBO

1 dicembre, 2021 , ,

Trattamento della SIBO

In generale, il trattamento della SIBO dovrebbe includere l’identificazione della causa sottostante, la riduzione dei batteri nell’intestino attraverso un trattamento medico (antibiotici, piante medicinali o una dieta elementare), il tentativo di mantenere la remissione attraverso cambiamenti nello stile di vita (dieta, gestione dello stress, ecc.) e se necessario la correzione delle carenze alimentari. I paragrafi seguenti approfondiscono il piano di trattamento, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione.

La SIBO è di solito trattata con antibiotici; il più prescritto è il Rifaximin, un antibiotico ad ampio spettro a basso assorbimento. Il Rifaximin agisce solo nell’intestino, e non sembra causare grandi alterazioni a lungo termine al complesso dei batteri intestinali (sani). Tuttavia, si stima che fino al 50% dei pazienti presentino una recidiva entro un anno dal trattamento antibiotico, quindi è importante identificare e trattare la causa sottostante. Per esempio, se la causa è un disturbo della motilità, il medico può prescrivere dei procinetici, ossia dei farmaci che aumentano la motilità intestinale.

Il trattamento della SIBO con le piante medicinali è un’alternativa al trattamento antibiotico, o può essere un’opzione da considerare se il trattamento antibiotico fallisce. Secondo uno studio, il trattamento con le piante medicinali può essere efficace quanto il Rifaximin nel risolvere la SIBO. Sono necessari ulteriori studi per convalidare questi risultati.

Un altro tipo di trattamento che può sconfiggere la SIBO è la dieta elementare. Si tratta di una dieta liquida sotto forma di preparati da bere che di solito viene seguita per alcune settimane. I nutrienti che fornisce vengono digeriti e assorbiti prima nel sistema digestivo, quindi non vengono fermentati dai batteri intestinali. Uno studio che includeva 93 pazienti con SIBO ha mostrato un miglioramento del 66% dei sintomi dopo 2 o 3 settimane di dieta elementare esclusiva.

Per quanto riguarda la dieta, per la SIBO non esiste una dieta specifica basata sull’evidenza. L’obiettivo delle modifiche alla dieta è quello di minimizzare i sintomi con il minor numero possibile di restrizioni alimentari.  In generale, le raccomandazioni dietetiche dovrebbero essere adattate ai sintomi e alla storia medica del paziente. Il tema dominante nella gestione della dieta per la SIBO è quello di ridurre l’assunzione di alimenti fermentabili. Si pensa che riducendo la fermentazione degli alimenti viene ridotto il rischio di crescita eccessiva dei batteri. Ciò comporta un approccio a basso contenuto di fibre e l’eliminazione di zuccheri alcolici e dolcificanti fermentabili come il sucralosio.

È stato suggerito che aumentare il tempo trascorso tra un pasto e l’altro può essere utile per aiutare la motilità intestinale. I complessi motori migranti (CMM) sono onde che stimolano la motilità digestiva. Si verificano ogni 90-120 minuti, hanno luogo tra i pasti e sono interrotti dall’assunzione di cibo. Durano solo dieci minuti, ma sono abbastanza forti da spingere il cibo, le secrezioni residue e i microrganismi intestinali in eccesso dall’intestino tenue a quello crasso. Queste onde sono più deboli e meno frequenti in una parte dei pazienti con SCI e SIBO. Perciò può essere utile distanziare i pasti ed evitare di fare spuntini o bere bevande caloriche tra i pasti per evitare di compromettere i CMM. Se possibile, si raccomanda di distanziare i pasti di almeno 4 ore e di rispettare almeno 12 ore di digiuno notturno. Tuttavia, è importante assicurarsi di soddisfare prima le proprie esigenze nutrizionali. Le persone che possono tollerare solo una piccola quantità di cibo alla volta dovrebbero mangiare piccoli pasti e spuntini frequentemente durante il giorno per soddisfare le loro esigenze caloriche e nutritive ed evitare gravi perdite di peso.  Ricordiamo che ci sono anche diversi farmaci che possono potenziare i CMM e migliorare la motilità intestinale.

È stato dimostrato che un’alimentazione povera di FODMAP*  è utile per ridurre i sintomi della SCI in circa il 75% dei casi, ma è stata poco studiata per la SIBO. Tuttavia, poiché una buona percentuale di persone affette da SIBO ha anche la SCI, è un approccio promettente. Uno studio ha trovato una leggera diminuzione della produzione di idrogeno con una dieta a basso contenuto di FODMAP rispetto a una dieta ad alto contenuto di FODMAP. Sono necessari ulteriori studi per valutare gli effetti di una dieta povera di FODMAP nelle persone con una diagnosi di SIBO. È stato suggerito che la fase di eliminazione dei FODMAP non dovrebbe essere iniziata fino a dopo il trattamento antibiotico. Questo si basa sull’assunto della microbiologia che i batteri sono più facili da sradicare quando sono attivi. A lungo termine è importante attuare strategie per prevenire le recidive e reintrodurre nella dieta una varietà di alimenti ricchi di fibre in base alla tolleranza del paziente, al fine di ottimizzare il microbiota intestinale.

La Low Fermentation Diet è stata sviluppata da Mark Pimentel, un gastroenterologo del Cedar-Sinai Medical Center in California, e uno dei principali leader nella ricerca e nel trattamento della SIBO.  È un approccio che limita i carboidrati fermentabili, ed è più semplice e meno restrittivo della dieta povera di FODMAP. Tuttavia non è ancora stato studiato, e ha lo svantaggio di non includere un protocollo di reintroduzione specifico come l’approccio FODMAP. Sono state proposte altre diete che però non sono raccomandate, perché sono molto restrittive, non sostenibili a lungo termine e non sono state ben studiate. Queste includono: Specific Carbohydrate Diet (SCD), SIBO Specific Food Guide Diet (SSFG), SIBO Bi-Phasic Diet (B-PD), Gut & Psychology Syndrome Diet (GAPs) e Low Sulphur Diet. Infine, per quanto riguarda l’uso di integratori probiotici per la SIBO, gli studi sono controversi e quindi l’evidenza attuale non ne raccomanda l’uso.

Va notato che esiste anche un’altra condizione chiamata SIFO (Small Intestinal Fungal Overgrowth) che è caratterizzata dalla presenza di un numero eccessivo di funghi nell’intestino tenue associato a sintomi gastrointestinali. I sintomi più comuni sono reflusso, nausea, vomito, diarrea, gonfiore e gas.  Questa condizione è trattata con un farmaco antifungino per un periodo di 2-3 settimane. Questo trattamento può essere efficace nel migliorare i sintomi, ma non ci sono ancora abbastanza studi per sapere se può effettivamente eliminare la SIFO.

*I FODMAP sono dei glucidi che fermentano nell’intestino, in parte responsabili dei sintomi nelle persone che soffrono di colon irritabile. Per maggiori informazioni, leggete quest’articolo.

Fonti

  • Pimentel et al. (2020) ACG Clinical Guideline: Small Intestinal Bacterial Overgrowth. The American Journal of Gastroenterology;115(2):165-178.
  • Rezaie et coll. (2017) Hydrogen and Methane-Based Breath Testing in Gastrointestinal Disorders: The North American Consensus. Am J Gastroenterol;112(5):775-784.
  • Lauritano et al. (2008) Small intestinal bacterial overgrowth recurrence after antibiotic therapy. Am J Gastroenterol;103(8):2031-5.
  • Chedid et al. (2014) Herbal Therapy Is Equivalent to Rifaximin for the Treatment of Small Intestinal Bacterial Overgrowth. Global Advances in Health and Medicine;3(3).
  • Pimentel et al. (2004) A 14-day elemental diet is highly effective in normalizing the lactulose breath test. Dig Dis Sci;49(1):73-7.
  • Roland et al. (2015). Small Intestinal Transit Time Is Delayed in Small Intestinal Bacterial Overgrowth. J Clin Gastroenterol;49(7):571-6.
  • McIntosh et al. (2017) FODMAPs alter symptoms and the metabolome of patients with IBS: a randomised controlled trial. Gut;66(7):1241-1251.
  • Erdogan & Rao (2015) Small intestinal fungal overgrowth. Curr Gastroenterol Rep;17(4):16.

 

Pagine: 1 2

Autori

Kathryn Adel
Kathryn è titolare di una laurea in kinesiologia e una in alimentazione, e di un master in alimentazione sportiva. È membro dell’OPDQ e dell’Academy of Nutrition and Dietetics. Atleta di mezzofondo, ha corso per la squadra olimpica di Montréal e il Rouge et Or. Kathryn è specializzata in alimentazione sportiva, perdita di peso, diabete, salute cardiovascolare e gastrointestinale. Kathryn ha molta esperienza con l'approccio FODMAP e ha completato la certificazione dell'Università Monash.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito web utilizza dei cookie per offrire la migliore esperienza utente e assicurare buone prestazioni, la comunicazione con i social network o la visualizzazione di annunci pubblicitari. Cliccando su "ACCETTO", acconsenti all'uso dei cookie in conformità con la nostra politica sulla privacy.