La SIBO (Small Intestinal Bacterial Overgrowth) è un aumento del numero di batteri nell’intestino tenue che normalmente si trovano in gran quantità nel colon, che dà luogo a un’eccessiva fermentazione, infiammazione e malassorbimento. Si tratta di una disbiosi intestinale, ossia di un’alterazione dell’equilibrio dei batteri nel sistema digestivo.
I batteri intestinali sono molto importanti per la salute. Contribuiscono a sostenere la digestione, la salute immunitaria e la produzione di alcuni nutrienti. Tuttavia, se troppi batteri del colon e/o il tipo “sbagliato” di batteri migrano nell’intestino tenue, possono causare diversi problemi. Quando questi batteri si moltiplicano nell’intestino tenue producono dei gas (idrogeno o metano) che possono causare una varietà di sintomi digestivi (mal di stomaco, gonfiore, gas, stitichezza, sazietà precoce, nausea, diarrea, urgenza di andare di corpo, alternanza di diarrea e stitichezza, ecc.), ma anche sintomi sistemici (stanchezza, cervello annebbiato dopo i pasti, perdita o aumento di peso, eczema, dolori articolari, mal di testa, afte, depressione, ecc.) La SIBO può influenzare il funzionamento del sistema digestivo alterando il rivestimento intestinale che impedisce ai batteri cattivi e al cibo non digerito di entrare inavvertitamente nel flusso sanguigno. Ciò può causare un aumento dell’infiammazione, portare al malassorbimento di nutrienti e grassi, e quindi creare carenze di nutrienti, tra cui la vitamina B12 e le vitamine liposolubili (A,D,E,K).
Leggendo l’elenco dei sintomi chiunque potrebbe pensare di avere la SIBO, perché questi sintomi sono purtroppo molto generici, e possono essere causati da molte altre condizioni di salute. Inoltre i sintomi digestivi della SIBO assomigliano molto a quelli della sindrome del colon irritabile, e ciò ne rende difficile la delineazione diagnostica. Senza contare anche tutta la pseudoscienza presente su Internet riguardo alla SIBO, che purtroppo trae in inganno molte persone convincendole a pagare grosse somme di denaro per acquistare integratori o provare diete molto restrittive. La ricerca sulla SIBO è aumentata negli ultimi anni, ma c’è ancora molto da imparare. Le seguenti informazioni sono basate sugli ultimi dati scientifici.
È importante capire che la SIBO non è una malattia a sé stante, ma piuttosto una conseguenza di un problema sottostante. L’insorgenza della SIBO può derivare da una serie di malattie o condizioni, tra cui pancreatite cronica, abuso di alcol, diabete, intossicazione alimentare, sclerodermia, diverticolite, celiachia, malattia infiammatoria intestinale, stitichezza e sindrome del colon irritabile (SCI). La prevalenza di SCI è più alta nelle persone con SIBO. Infatti, si stima che la SIBO colpisca fino al 78% delle persone affette da SCI, contro circa il 9% della popolazione generale.
Una causa comune della SIBO è un disturbo della motilità intestinale, in altre parole un transito lento. La gastroparesi, alcuni farmaci come i narcotici, così come la chirurgia gastrointestinale (ad esempio la chirurgia bariatrica, la colectomia o altre resezioni intestinali) sono alcuni dei fattori che possono contribuire a movimenti intestinali lenti e portare alla SIBO.
L’acidità gastrica gioca un ruolo importante nel prevenire la crescita dei batteri nel tratto gastrointestinale superiore. I pazienti con ipocloridria o acloridria conseguente a gastrite autoimmune o gastrectomia sono a maggior rischio di SIBO. È stato anche suggerito che l’uso frequente di inibitori della pompa protonica (PPI) possa contribuire all’insorgere della SIBO, ma gli studi su questo argomento sono controversi.
Esistono 3 tipi di SIBO :
I primi due tipi tendono a causare diarrea, mentre il terzo tipo provoca stitichezza.
La SIBO viene diagnosticata con un test di respirazione che permette di analizzare i gas esalati dal paziente dopo l’ingestione di glucosio o lattulosio. Questi test tuttavia hanno una bassa sensibilità e specificità. A livello pratico, la maggior parte dei medici sceglie il test col glucosio, perché è più probabile che sottostimi i risultati, mentre il lattulosio è più probabile che causi falsi positivi.
Il North American Consensus pubblicato nel 2017 fornisce un protocollo standardizzato sulle indicazioni, la preparazione, l’esecuzione e l’interpretazione dei test del respiro per la SIBO. Il criterio di consenso per diagnosticare la SIBO è un aumento di idrogeno maggiore o uguale a 20 ppm in 90 minuti. È anche importante testare l’idrogeno solforato e la produzione di metano per diagnosticare altri tipi di SIBO. Ecco alcune linee guida da seguire per prepararsi a un test del respiro SIBO:
Va notato che è in fase di sviluppo un nuovo tipo di test che utilizza una capsula ingerita per via orale, che permette la misurazione in vivo di idrogeno e anidride carbonica dopo l’ingestione di un pasto ad alto contenuto di carboidrati, e potrebbe essere un’interessante alternativa ai test di respirazione.
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