L’istamina è una sostanza nota per il suo ruolo nella risposta immunitaria dell’organismo alle proteine estranee, e in particolare alla risposta allergica, e può scatenare una serie di reazioni infiammatorie. Nella vita di tutti i giorni piccole quantità d’istamina aiutano a regolare le funzioni di tutto l’organismo. L’istamina è prodotta dai globuli bianchi del nostro corpo chiamati mastociti, ma è anche naturalmente presente in diversi alimenti. La quantità di istamina negli alimenti può variare in base allo specifico alimento o a seconda di fattori esterni come l’origine, lo stadio di maturazione, il metodo di conservazione e di lavorazione. Alcune ipotesi suggeriscono che l’intolleranza all’istamina potrebbe essere causata da una mancanza di enzimi o da un’aumentata produzione di istamina endogena; la causa esatta resta al momento ignota.
Se per una qualsiasi ragione i livelli di istamina nell’organismo sono elevati, il consumo di alimenti ricchi di istamina potrebbe scatenare diversi sintomi, che possono variare da una persona all’altra. Le persone spesso possono presentare dei sintomi digestivi (mal di pancia, gonfiori, diarrea, riflusso gastrico), ma anche altri tipi di sintomi, come una sensazione di costrizione alla gola o al petto, palpitazioni cardiache, mal di testa, stordimento, stanchezza, vampate di calore, orticaria, prurito o allergie alimentari. In genere i sintomi possono presentarsi subito dopo l’ingestione dell’alimento scatenante, o in un periodo successivo (da due a quattro ore dopo).
A volte i sintomi possono variare in base alla stagione. Gli alimenti ricchi di istamina includono pomodori, spinaci, avocado, fragole, ciliegie, formaggi stagionati, salumi, alimenti fermentati, vino, birra, gli avanzi di carne, pollame e pesce, e alcune spezie. Se pensate di avere un’intolleranza all’istamina, dovreste consultare un medico specialista (gastroenterologo o allergologo) e una nutrizionista specializzata in salute gastrointestinale.
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Il malassorbimento degli acidi biliari, detto anche diarrea biliare, è all’origine di numerosi disturbi gastrointestinali: tra questi il principale è la diarrea cronica. Questa condizione può essere conseguenza dell’asportazione della vescica biliare (in circa il 9% dei casi), del SIBO, di alcune malattie (malattia di Crohn, pancreatite cronica, resezione intestinale) o in seguito all’assunzione di alcuni farmaci come la Metformina (medicinale per il diabete). I possibili sintomi includono gas intestinali, l’urgenza di defecare (anche di notte), diarrea di colore chiaro, carenza di vitamina B12 e un perdita di peso senza motivo. La diarrea può presentarsi in modo più severo diverse ore dopo l’ingestione di un pasto ricco di grassi, e in genere i sintomi si aggravano se la persona decide di seguire una dieta chetogenica. Fino al 25% delle persone diagnosticate con la SCI caratterizzata da diarrea (SCI-D) soffrirebbero invece di malassorbimento degli acidi biliari. Il trattamento per questa condizione consiste in un farmaco (sequestrante degli acidi biliari) che di solito fa effetto molto rapidamente (circa tre giorni dopo l’assunzione).
Alcune persone possono essere intolleranti alla beta-caseina di tipo A2, una variante di un tipo di proteina che si trova nel latte vaccino. In questo caso i sintomi si presentano generalmente in tempi rapidi dopo l’ingestione di latticini, e possono includere diarrea, stitichezza, gas intestinali, gonfiori e forti crampi addominali. Per maggiori informazioni, potete leggere questo articolo.
In conclusione, è importante riuscire a determinare la causa precisa dei vostri sintomi digestivi, in modo da trovare la soluzione più adatta per porvi rimedio. Se avete bisogno di aiuto per individuare la causa dei vostri sintomi, consultate senza esitare oltre una nutrizionista specializzata in salute gastrointestinale.
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